Mentre la situazione internazionale è sempre più complessa e drammatica, mentre la democrazia - almeno per come la intendiamo noi occidentali - perde colpi e identità, mentre sembra talvolta di precipitare nel più bieco oscurantismo - ci si mette pure il Papa, il vicario di Cristo come lui si definisce, a parlare come mai farebbe Cristo nei confronti di nessuno - viviamo anche un clima politico di disaffezione e scarsa partecipazione, come evidenziato dagli ultimi dati relativi alle elezioni europee. Partendo dal presupposto che chi non esercita un diritto importante come quello del voto ha sempre torto - ho visto tante persone commuoversi durante la proiezione del film di Paola Cortellesi, ma evidentemente erano lacrime fini a se stesse, o addirittura lacrime inconsapevoli - e non lancia nessun messaggio costruttivo se non quello del menefreghismo: perché definire astensionisti coloro che non esercitano il diritto di voto e regalare agli stessi una ponderazione delle proprie intenzioni e delle proprie idee che in realtà non produce alcun effetto nell’azione di coloro che continuano a governare e a legiferare anche per chi non si è recato a votare, per gli astensionisti appunto, induce a definire questi ultimi piuttosto dei menefreghisti.